Il Triathlon Sprint di Lecco la prossima sfida del Tri-D Team (ANDIAMO+ANIAD+FLY TEAM): il diabete nel triathlon è possibile!
ANDIAMO – Associazione Nazionale Diabetici in Movimento (www.andiamonlus.it)
ANIAD – Associazione Nazionale Italiana Atleti Diabetici (www.aniad.bs.it)
FLY Cycling Team – formazione ciclistica dilettantistica che sostiene un messaggio di cura e prevenzione della patologia Diabetica. (www.flycyclingteam.it)
hanno come come comune denominatore lo scopo di promuovere attraverso l’attività sportiva la cura del diabete e quest’anno hanno scelto di lanciarsi in una nuova sfida, quella dell’approdo al triathlon schierando un TRI-D Team composto da atleti affetti da diabete di tipo 1
Dopo Il Triathlon Sprint di Recetto, Duathlon Nibbiano, Olimpico di Sirmone, Duathlon e triathlon Parma, il Triathlon Sprint di Lecco li accoglierà il 21 Luglio e sarà accanto a loro, per dimostrare che anche persone affette da questa patologia potranno essere sulla linea di partenza di un triathlon, a giocarsela al pari degli altri, a gareggiare divertendosi e in totale sicurezza e buon compenso metabolico, tenendo a bada il più temibile degli avversari.
Biagio Barletta, Presidente di ANDIAMO, ha voluto con forza riunire i ragazzi a Lecco: “A Lecco schiereremo ben quattro atleti cui si unirà un triatleta del Fly Cycling Team, tutti e 5 affetti da diabete mellito tipo 1 ovvero malattia autoimmune che colpisce perlopiù in età giovanile e costringe a vivere in ogni momento della giornata sul sottile equilibrio di insulina immessa completamente dall’esterno tramite pompe od iniezioni multiple.
Si tratta di un evento eccezionale perché sino ad ora , atleti affetti da questa patologia hanno sempre gareggiato nelle discipline singolarmente, oppure sfruttando le formule a staffetta dove un diabetico correva, uno nuotava e un altro pedalava.
“Questa volta ci metteremo in gioco molto di più e dimostreremo che il triathlon, se affrontato con la testa e il giusto supporto medico, può spalancare le braccia anche a noi. Quello che teniamo però di più a sottolineare è che lo sport è una cosa meravigliosa , irrinunciabile , che ci rende liberi e che ognuno, malato o sano che sia, dovrebbe fare il possibile per praticarlo. Non siamo eroi e non abbiamo nulla da dimostrare, vogliamo solo che la gente si appassioni a noi, , raccontare e spiegare la nostra patologia, in modo che ne vengano compresi aspetti oscuri e sui quali aleggia molta ignoranza e pregiudizio, sui quali ancora purtroppo si commettono gravi errori di valutazione che possono costare cari come successo a Plinio, piccolo bimbo di Papà Iacopo Ortolani cui imperdonabili ed evitabilissimi ritardi ed errori nella diagnosi hanno provocato gravi problemi oltre al diabete.
Desideriamo che ciò non accada più e che ad ogni genitore, preoccupato per il fatto che i propri figli con diabete non potranno mai fare sport in serenità e sicurezza come gli altri, non venga mai a mancare la certezza che invece il proprio ragazzo potrà essere lì sulla linea di partenza a giocarsela alla pari con tutti”.